frangar non flectar: dite la vostra

IL PROCURATORE DELLA REPUBBLICA DI CATANIA, LE ONG E LE VERITA’ APPARENTI

Il Procuratore della Repubblica di Catania ha avanzato l’ipotesi che, fatte salve le più note, come “Medici senza frontiere”, tra alcune delle ONG ed i trafficanti di esseri umani possa esserci una collusione volta a favorire la migrazione in atto. Come é tipico della società nostrana si é subito scatenata la bagarre (uso questo vocabolo in luogo degli italiani zuffa o rissa perché é ormai il più utilizzato) tra i favorevoli ed i contrari, a prescindere dalle competenze specifiche di ognuno. Ciò che immediatamente sorprende é che la reazione più vivace é stata espressa proprio da una ONG esplicitamente esclusa dal sospetto: “Medici senza frontiere”, verrebbe quasi da pensare “excusatio non petita, accusatio manifesta”, tuttavia,tralasciando queste facili e spesso ingannevoli illazioni, é facile rilevare che l’argomento addotto per allontanare i sospetti di collusione  in realtà é una prova solo apparente perché, se é vero che i salvataggi sono gestiti in prima battuta dall’Autorità marittima, nessuno impedisce all’ONG che vi abbia un qualche interesse di farsi trovare nel momento opportuno nel posto opportuno, cioè nel punto più vicino ai “naufragandi” da trarre in salvo. Forse il suddetto Procuratore avrebbe potuto evitare di esternare prematuramente i propri sospetti, ma é altrettanto da evitare, come intempestiva, ogni presa di posizione preconcetta sull’argomento, posto che nessuno può ritenersi, come la moglie di Cesare, al di sopra di ogni sospetto. D’altro canto gran parte delle ONG, le cui navi stazionano al limite delle acque territoriali libiche,dovrebbe chiarire perché non si attiene alle prescrizioni della Convenzione di Montego Bay ed a quelle generalissime sulla extraterritorialità dei natanti in acque internazionali.

Sempre a proposito di emigranti altri argomenti capziosi che si sentomo ripetere come  mantra, cioè come verità inconfutabili, sono quelli concernenti il bisogno che ne ha l’Italia per l’esecuzione di tutti quei lavori rifiutati dagli indigeni e l’apporto che essi danno in termini di contributi all’equilibrio finanziario del nostro Ente previdenziale. A queste asserzioni si può facilmente obiettare che, se la retribuzione pagata per lo svolgimento di quelle attività fosse mantenuta al di sopra del “salario di ferro” calcolabile nel nostro paese, con molta probabilità gli italiani disposti ad impegnarvisi si troverebbero ed i loro conntributi sostituirebbero quelli degli emigrati legalmente residenti. Certo la realtà é un’altra cosa ed il lavoro nero é molto diffuso! E’ necessario per poter competere sui mercati interni ed esteri per sostenere la concorrenza anche dei paesi poveri? E’ necessario per consentire lauti guadagni agli sfuggenti titolari dei machi affermati e di moda? E’ probabile, ma questo significa costringere i nostri migliori cittadini a d espatriare verso lidi migliori, con la conseguenza di un ulteriore impoverimento della nostra società e di una sua trasformazione determinata dalla progressiva affermazione della cultura e delle tradizioni degli stranieri via via insediatisi sul nostro territorio. E purtroppo questa non sarebbe una novità.  

Certo qualcuno potrebbe chiedere se mi piace l’attuale società italiana: la risposta é NO!      

IL PROCURATORE DELLA REPUBBLICA DI CATANIA, LE ONG E LE VERITA’ APPARENTIultima modifica: 2017-05-05T19:47:59+02:00da
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